Fratel Benedetto

Fratel Benedetto

Eremita Diocesano dal 2018

Ordinato prete nel 1988, dal ’92 al 2004 sono stato parroco a Caprona e ad Uliveto Terme e, in contemporanea, docente di Teologia Fondamentale e Trinitaria allo STI di Camaiore e all’Istituto Superiore Scienze Religiose di Pisa di cui divento direttore. Ma già da ragazzo, quando ero in seminario, mi è venuto da chiedermi: “ma io come vorrei esserlo, come vorrei viverlo il mio sacerdozio?” Ed in quel momento prese forma il mio desiderio di vivere in un luogo di silenzio, di pace, di ascolto. Accoglierlo, animarlo, abitarlo per favorire questa mia interiorità. Ho seguito ciò che è dovere di ogni prete, la parrocchia, le messe… ma questo desiderio di pace cresceva sempre di più, leggevo praticamente solo libri sull’eremitismo. Nel 2004 sono entrato nella comunità “Pra’d Mill” a Lérins, una piccola isola di fronte a Cannes, dove ci sono i monaci da 16 secoli, che si ispira molto all’oriente e in questo eremo ho creato un gruppo interreligioso con cui facciamo incontri con esponenti di tutte le religioni: intervengono monaci buddisti, induisti, cattolici, tibetani di Pome, monaci sufi e anche monaci zen. Di questi incontri è importante la condivisione spirituale, pur essendo monaci italiani, ognuno di loro ha una vasta esperienza in base alla propria formazione religiosa, per cui questi incontri diventano molto interessanti e “allargano” gli orizzonti religiosi di ognuno di noi. La spinta definitiva che iniziò a portarmi in questa direzione avvenne dopo circa 12 anni, a causa di una bega nata in parrocchia: allora per 15 giorni me ne andai sulle Alpi Apuane da solo, con del pane, una bibbia e un sacco a pelo. In quella dimensione di solitudine trovai qualcosa di prezioso che mi corrispondeva. Da lì iniziai a moltiplicare, per quanto mi era possibile con gli impegni in parrocchia, i miei momenti di solitudine, una volta provai a stare un mese intero da solo e fu un mese molto intenso in cui ho vissuto un senso di pienezza, di libertà, di trasparenza, di apertura. Dopo un anno incontrai un Padre Gesuita che mi conosceva dai tempi del seminario. Gli raccontai e mi confrontai con lui, che mi ascoltò e poi mi disse che secondo lui dovevo seguire quello che sentivo. Questa sua approvazione mi diede la spinta definitiva, fu come stappare una bottiglia di spumante, partì il tappo e il mio desiderio sfociò senza più condizionamenti o restrizioni. Pur essendo eremita, mi piace molto incontrare persone che vogliono relazionarsi a livello spirituale, tanto che spesso mi chiedono se sono davvero un eremita. Infatti mi definisco un “eremita relazionale”.