Don Raffaele busnelli

Don Raffaele Busnelli

Eremita dal 2003

Ordinato nel ’99 dal Cardinale Martini, come sacerdote della Diocesi di Milano ho lavorato tredici anni in parrocchia, dieci anni a Cologno Monzese dove ho svolto il mio ministero soprattutto tra i giovani e gli ultimi tre anni a Treviglio. Pur facendo tante cose, sentivo il bisogno di dedicare sempre più tempo alla preghiera, al silenzio e ho iniziato a confrontarmi con Don Ezio Brambilla, monaco diocesano e con il Cardinale Martini, iniziando così il mio percorso di discernimento accompagnato anche dal Cardinale Tettamanzi, vescovo di Milano. E così, nel 2012 ho iniziato a cercare un posto dove stare, sono approdato sulle montagne del Lecchese, e in questo luogo che mi è stato assegnato, un piccolo borgo di vecchie stalle, piano piano ho messo in piedi il mio eremo. Ho qualche animale e per mantenermi faccio delle icone e dei piccoli lavori di falegnameria. Nel mio eremo arrivano persone di ogni tipo, di ogni fascia di età, arrivano da tutta Italia e la prima cosa che cerco di donare loro è l’accoglienza, cercando di accompagnarli in un’azione di discernimento e offrendo loro anche ospitalità per brevi ritiri spirituali. Quando le persone mi dicono che vengono da me per ricaricarsi, le metto in guardia. Anche il telefono si ricarica, ma poi torna a fare le stesse cose di prima. “Se invece vieni per svuotarti e rinnovarti, allora capisci che non è una questione di accumulo di energia. Ma di cambiare la vita”. Conservo, tra altre incorniciate, una frase di un vescovo pronunciata in una dichiarazione in occasione del XV Centenario di San Benedetto e in questo modo voglio riassumere il mio ‘sentire’: “Forse oggi le teologie, i discorsi su Dio, per quanto importanti, non bastano più, ci vogliono esistenze che gridano silenziosamente il primato di Dio. Ci vogliono uomini e donne che trattano il Signore da Signore, che si spendono nella sua adorazione, che affondano nel suo mistero, sotto il segno della gratuità e senza umano compenso, per attestare che Egli è l’Assoluto.